L'interno

icona santuario

L'interno del Santuario, a una sola navata con profonda abside, stupisce, se non sorprende, per la sua ampiezza e luminositа, per l'armonia delle linee architettoniche e la ricchezza delle ornamentazioni.


Su un elevato basamento doppie lesene di pietra, che dividono in tre campi il vano della chiesa, salgono a sostenere il cornicione sopra il quale s'incurva, quasi come un cielo sospeso, la volta a botte con il suo mirabile poema pittorico la cui visione - specialmente in adatte condizioni di luce - produce un senso di serenitа e di spirituale elevazione.


Il pavimento in lastre di pietra fu eseguito nel 1634 e poi completato con la grandiosa croce in marmo e pietra verde nel 1642-43.
Di quest'anno sono anche le due acquasantiere all'ingresso delle porte laterali, scolpite in marmo locale, su disegno semplice ma di bell'effetto.


La pila presso il portale maggiore, di ottima fattura nel suo stile neoclassico, e' in marmo di Carrara e porta incisa sul piede la data del 1806. Di essa non si conosce l'autore, ma l'ornamentazione e la qualitа del marmo la fanno ritenere opera non giа di un artista del luogo ma importata dal di fuori.


Sui due fianchi della chiesa sono ricavate nel grosso spessore dei muri quattro cappelle, due su ciascun lato, una al principio e una al termine della navata.
La prima a sinistra fu decorata nel 1764 per munificenza della nobile famiglia Stoppani. La pala dell'altare e' una buona tela settecentesca che rappresenta con dolcezza di tinte e di movimento la Vergine Immacolata venerata dai Santi Carlo Borromeo, Luigi Gonzaga
e Stanislao Kostka.
La seconda cappella a sinistra, affrescata nello stesso anno con eleganti decorazioni barocche del tutto simili alla prima, porta sull'altare, dentro una bella ancona intagliata e dorata, una tela raffigurante la Vergine in atteggiamento soave e regale con ai lati S. Antonio da Padova e S. Andrea
Avellino.
La seconda cappella a destra, pure affrescata come le due precedenti nel 1764 dal pittore Ferdinando Crivelli e da suo figlio Giuseppe, e' dedicata alla Madonna.
Questa cappella in origine era dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano, con una pala del milanese Gerolamo Chignoli (prima metа del sec. XVII). La tela, attualmente in casa del Rettore, rappresenta la Vergine con il Bimbo, a cui S. Giovannino bacia la mano, tra S. Rocco e S. Sebastiano.
Sull'altare, al centro di un'artistica ancona eseguita nel 1662-63 da mastro Martino Tuana Moretto, sta il venerato simulacro della Vergine delle Grazie, qui trasportato nel 1938 dall'altare maggiore dove era collocato in una grande custodia d'argento sbalzato, delicato lavoro dell'orafo Carlo Consonni di Morbegno (1770). BVM statua lignea
La statua e' una bella scultura lombarda del '500, attribuita al celebre intagliatore pavese Giovanni Angelo del Maino. La Vergine, dal fine volto incorniciato dai capelli d'oro, e' rappresentata seduta, tutta avvolta in ampie vesti azzurre e oro, con sulle ginocchia il Bambino Gesu' che regge nella mano sinistra il globo del mondo.


Il 30 luglio dell'Anno Santo 1933, tra festeggiamenti che assunsero uno sfarzo ammirevole, il simulacro fu solennemente incoronato dal vescovo di Como Alessandro Macchi.
Le auree corone, ornate di molte pietre preziose, furono donate dalla popolazione di Grosotto.
La prima cappella a destra, dedicata a S. Giuseppe, e' di carattere assai diverso; non e' affrescata, ma decorata con pochi leggeri stucchi.


L'ancona dell'altare, che risale al 1726 e sostitui' quella primitiva in legno, e' in scagliola e reca una pala discreta raffigurante lo sposalizio della Vergine.santuario interno1
Degno di rilievo il paliotto, pure in scagliola dipinta e lucidata a imitazione del marmo intarsiato, con vivaci ornati bianchi e policromi su fondo nero.


Le quattro cappelle sono chiuse da robuste cancellate in ferro battuto con decorazioni di bronzo, opera di mastro Gio. Battista Parolina, fabbro di Capo di Ponte in Valcamonica, che le esegui' tra il 1689 e il 1694.
Diversa nello stile e piu' antica e' invece la grande cancellata del coro (1630-31), ispirata a quei classici motivi che caratterizzano le migliori opere in ferro battuto del periodo della rinascenza in Valtellina.


Ma quel che piu' colpisce appena si entra nel Santuario e' la colossale ancona dell'altare maggiore che misura in altezza ben quindici metri.
Questa grandiosa opera d'arte, iniziata nel 1673 e terminata intorno al 1681, e' completamente dovuta all'architetto Pietro Ramus di Mu in Valcamonica.
L'ancona, divisa in tre ordini architettonici, e' oltremodo ricca di elementi decorativi.ancona full
Il primo ordine e' formato da un gruppo di tre colonne per lato, di cui due tortili, che portano la trabeazione e inquadrano una nicchia nella quale si erge maestosa la statua della Vergine Assunta.
Il secondo ordine si compone di un organo a tre scomparti con le figure di S. Cecilia e di numerosi angeli musicanti. Nel terzo e' la SS. Trinitа che attende la Vergine per incoronarla con una gigantesca corona, che fa da cimasa, sorretta da quattro angeli in volo.
Lo splendore dell'opera e' poi fortemente accresciuto dalle dorature che tutta la ricoprono e che con le luci e le ombre dei ricchissimi intagli la rendono brillante in modo meraviglioso.
Nel mezzo dell'altare spicca la porticina del tabernacolo in argento cesellato e dorato, eseguita nel 1962 dalla ditta Politi di Milano.


I due bancaroni in noce intagliato ai lati del presbiterio risalgono al 1741-42.


Oltre che all'ancona, la fama artistica del Santuario e' dovuta in gran parte all'organo settecentesco, giustamente considerato, per la sua raffinata eleganza, una delle piu' belle espressioni d'arte della Valtellina.
OrganoL'opera fu iniziata dal bresciano Paolo Scalvini negli anni 1706-7. Rimasta sospesa fino al 1713, essa venne poi continuata e portata a compimento dall'intagliatore Gio. Battista Del Piaz, nativo di Cles in Val di Non (Trento), ma abitante a Lovero di Valtellina.
L'organo e' un mirabile intreccio di colonne, lesene, cariatidi, medaglie, fiori, conchiglie e ornamenti di ogni sorta a profusione, con gran numero di statue, statuine e altorilievi di angeli e angioletti musicanti nei piu' svariati atteggiamenti, il tutto pero' eseguito e disposto con tanto gusto e sapienza che l'osservatore, stupito da tanta fantastica abbondanza, in luogo di sentirne il peso, ne ammira la leggerezza e l'armonia.
In alto, sulla cimasa, domina la statua di Davide che suona la cetra ; in basso i pannelli del parapetto, scolpiti con eccezionale maestria, presentano scene che sembrano tolte dal vero:
nel mezzo l'Apparizione della Vergine sul castagno al giungere dei Reti a Grosotto nel 1487, con i cavalli genuflessi, i soldati e il popolo implorante; a sinistra la Religione contro l'Eresia, quindi la Presentazione al tempio e poi l'Assunta; a destra la Fede che vince l'Idolatria, la Visitazione e di nuovo l'Assunta.
Il vecchio strumento musicale, costruito dai Raina di Como nel Settecento, fu rinnovato nel 1873 dalla celebre ditta Serassi di Bergamo.
Dirimpetto all'organo si trova la cantoria, eseguita nel 1770 da un tale maestro Andrea e da un artista tirolese di nome Mattias. Di perfetto stile settecentesco, sia nella linea, come negli intagli e nelle tinte, essa conserva ancora, dopo due secoli, l'aspetto originario.


Altra pregevole opera, che degnamente si accompagna all'ancona e all'organo, e' il pulpito, intagliato nel 1606 da Gio. Andrea Musatto di Grosotto, come attesta la scritta che figura sullo zoccolo in una cartella circolare.
Nei pannelli del parapetto, divisi da colonnine composite decorate di volute, sono scolpite a bassorilievo le figure dell' Assunta al centro, di S. Martino a sinistra, di S. Eusebio e S. Domenico a destra, mentre sulla cuspide del ricco baldacchino posa la statua di S. Michele in atto di schiacciare il drago.


Il grande affresco della volta, raffigurante l'Assunzione in cielo della Vergine, fu compiuto nel 1921-22 dal pittore valtellinese Eliseo Fumagalli che fece di quest'opera il suo capolavoro. volta full
Dal sepolcro vuoto della Madonna, intorno al quale stanno attoniti gli Apostoli, una schiera di angeli esultanti risale, in gruppo serrato e mosso, fino a sostenere l'Assunta che campeggia nel centro della volta.
Al di sopra di Essa, un'altra massa angelica attornia festante e osannante la Trinitа Divina, in attesa della Benedetta fra le donne per incoronarla.
Accanto alla SS. Trinitа' entrano a far parte della scena la croce del Salvatore, i progenitori del genere umano Adamo ed Eva e altre figure primarie nella storia della redenzione, tra cui S. Giuseppe, S. Giovanni Battista e i Santi Innocenti.
A mantenere l'unitа' stilistica della fantasiosa e ardita decorazione concorre efficacemente la settecentesca architettura, immaginata dall'artista a rendere piu' leggero l'intero affresco e a dare spazio al vastissimo assieme figurativo.